martedì 17 gennaio 2012

Tao Te Ching - II

Al mondo tutti possono vedere il bello come tale, solo perché esiste il brutto
Tutti conoscono il bene come tale, solo perché esiste il male.
Quindi avere e non avere sorgono insieme.
Difficile e facile si completano a vicenda.
Lungo e corto si contrastano a vicenda.
Alto e basso si alternano a vicenda.
Voce e suono si armonizzano a vicenda.
Fronte e retro si susseguono a vicenda.

Quindi il saggio agisce senza agire, insegna senza parlare.
Tutte le creature sorgono e cadono senza interruzione,
Stimolandole, eppure non possendole.
Lavorando, eppure non prendendone il merito.
Il lavoro è compiuto, quindi dimenticato.
Quindi dura per sempre.


I primi otto versi sono di per sé esplicativi. Al mondo tutto ha un contrario e non solo è definibile in base al suo accordo/contrasto, ma l'ordine naturale si basa su una dualità che in realtà è unità. E' il concerto dei contrari che muove il mondo: yin e yang.
Essi non sono, come spesso frainteso in occidente, la rappresentazione di bene e male, ma di chiaro e oscuro, maschile e femminile, come riassunto dal noto diagramma del taijitu



Gli altri versi si riferiscono invece al concetto di wu-wei, grossolanamente tradotto come "non-azione". Certamente questo è il concetto che crea più fraintendimenti all'occidentale, così orientato all'azione e al controllo del mondo. Il wu-wei è un agire secondo natura, che segue il flusso della corrente, piuttosto che andare contro. Si può anche intendere come un monito di azione consapevole: se non sai come farlo, non farlo. 
Infine un accenno alla temporaneità dell'essere umano e delle sue opere. Il lavoro compiuto è dimenticato, che senso può avere il merito o il possesso di creature che sono transitorie? Se si agisce secondo natura, l'azione è eterna, perché si identifica con l'azione del Cosmo stesso.

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