giovedì 26 gennaio 2012

Tao Te Ching - V

Cielo e Terra non sono umani;
Usano tutte le creature come cani di paglia.
Il saggio non è umano;
Usa le persone come cani di paglia.
Lo spazio tra cielo e Terra è come un mantice.
Vuoto ma mai usato completamente;
Più si muove, più esso funziona.
Più parole contano meno.
E' meglio rimanere nel centro.

I cani di paglia sono un sacrificio rituale, un olocausto. Gli esseri umani tendono a investire gli eventi naturali di qualità umane: le catastrofi sono viste come maligne, il cremisi del tramonto come spettacolo, o come direbbe Leopardi della natura:

Che veramente è rea, che de’ mortali

Madre è di parto e di voler matrigna. 
 Si tende a dimenticare che in realtà la natura (Cielo e Terra) non hanno qualità umane e che l'uomo è parte di essa. Nell'integrità del tutto, gli esseri umani non hanno più rilevanza di una ciottolo di un fiume.
Il saggio che segue la spontaneità della Via, pertanto riconosce questo anti-antropocentrismo e allo stesso modo della natura, non considera gli umani più importanti dei ciottoli di un fiume.
Non si deve dimenticare inoltre che il termine "umanità" nell'antica Cina è direttamente correlata agli insegnamenti confuciani:


Zizhang interrogò Confucio sulla virtù dell'umanità.
Confucio disse: "L'umanità significa essere in grado di mettere in pratica le cinque grandi virtù del mondo."Zizhang chiese maggiori dettagli.Il Maestro disse: "Rispetto, tolleranza, fedeltà, alacrità e generosità. Se si è rispettosi non si è disprezzati, se si è tolleranti si ottiene consenso, se si è sinceri si merita la fiducia, si è alacri si consegue il successo, se si è generosi si è in grado di disporre dei servizi degli altri."(Confucio, Dialoghi, 17:6)
Già da questo capitoli si evince quindi il grande contrasto tra le due filosofie cardine del pensiero cinese. Se da un lato il confucianesimo è una filosofia etica, dall'altro il taoismo è una filosofia naturale.
L'argomento è particolarmente approfondito nei capito 18 e 19. 

mercoledì 25 gennaio 2012

Tao Te Ching - IV

Il Tao è vuoto; usandolo, non si riempe.
Imponderabile! E' l'origine di tutte le creature
Smussa l'affilato, scioglie il nodo, attenua il bagliore, si fonde con la polvere.
Profondo! Come se appena esistente
Non so chi l'abbia generato.
E' apparso prima del cielo.



Dovendolo definire, il Tao si può considerare come il principio permeante l'intera esistenza. Un concetto similare nella filosofia occidentale è il logos:
 Nessuna cosa avviene per caso ma tutto secondo logos e necessità. (Eraclito di Efeso) 
Il Tao, tuttavia, come si è già visto nel capitolo I, è connesso alla dualità di essere e non-essere. Questo per la filosofia greca è inconcepibile.
Il concetto di vuoto si ritrova spesso nel Laozi ed è ripreso in altri classici taoisti:

La Via modella miriadi di esseri, ma è sempre senza forma. Silente e immobile, comprende completamente l'ignoto indifferenziato. Nessuna cosa è così grande da starne fuori di essa, nessuna cosa è così piccola da stare dentro di essa. Non ha dimora, ma dà vita a tutti i nomi dell'esistente e del non-esistente. I veri uomini la seguono attraverso l'aperto vuoto, la spontaneità, la chiarezza, la sensibilità la purezza e la semplicità, senza mischiarsi alle cose. (Wenzi, IV) 

mercoledì 18 gennaio 2012

Tao Te Ching - III

Non esaltare i dotati previene le polemiche.
Non collezionare tesori previene il furto.
Non ostentare beni desiderabili previene la confusione del cuore.
Il saggio quindi governa svuotando i cuori e riempendo i ventri,
indebolendo le ambizioni e rafforzando le ossa.
Se gli uomini mancano di conoscenza e desiderio,
allora le persone colte non proveranno a interferire.
Praticando il non agire, tutto è regolato.

Alla prima lettura, questo capitolo sembra un'esortazione alla censura, al populismo, al controllo delle masse.
Questo perché veniamo un secolo breve (E. J. Hobsbawm) particolarmente denso di eventi simili, che ci portano a diffidare profondamente da chi ci offre il benessere.
Il taoista però è un sostenitore della spontaneità, dell'ordine naturale e poco gli si confa il progetto machiavellico:
Il Saggio non dirige gli uomini dall'esterno. Corregge dapprima se stesso e così la sua influenza si estende. Solo dalle sue capacità discende la sua forza.(Zhuangzi, 7)
I saggi minimizzano i loro affari, che così sono ordinati [...] Conservano un cuore spontenao, si attengono alla realtà ultima, abbracciano la Via e promuovono la sincerità.(Wenzi, 19)
Va interpretato quindi tutto alla lettera, ad ogni azione corrisponde una reazione, quindi rispetto al wu-wei: non esaltando i meriti non si provoca invidia, non accumulando ricchezze non si induce la tentazione del furto, non cercando l'indesiderabile non si provoca la sterile ricerca della sua soddisfazione.
Quando coloro che stanno in alto hanno molti desideri [cfr. cap. 1], quelli che stanno in basso usano molti inganni. Quando coloro che stanno in alto sono agitati, quelli che stanno in basso soffrono. Quando coloro che stanno in alto hanno molte esigenze, quelli che stanno in basso entrano in conflitto.
(Wenzi, 19)
E' perseguendo il vero benessere, non quello esteriormente fallace, ma quello interiore che si può conseguire il giusto governo (non solo dello stato, ma anche del sé):
Il re illuminato estende ovunque la sua opera benefica, ma non fa sentire di esserne l'autore. Aiuta e migliora tutti gli esseri senza che questi sentano di essere sotto la sua dipendenza.
(Zhuangzi, 7)
Infine sul concetto di wu-wei, ci viene ancora in aiuto Zhuangzi:
Il non-agire non nomina le coseIl non-agire trattiene i progettiIl non-agire semplifica le impreseIl non-agire guida l'intelligenza(Zhuangzi, 7) 

martedì 17 gennaio 2012

Tao Te Ching - II

Al mondo tutti possono vedere il bello come tale, solo perché esiste il brutto
Tutti conoscono il bene come tale, solo perché esiste il male.
Quindi avere e non avere sorgono insieme.
Difficile e facile si completano a vicenda.
Lungo e corto si contrastano a vicenda.
Alto e basso si alternano a vicenda.
Voce e suono si armonizzano a vicenda.
Fronte e retro si susseguono a vicenda.

Quindi il saggio agisce senza agire, insegna senza parlare.
Tutte le creature sorgono e cadono senza interruzione,
Stimolandole, eppure non possendole.
Lavorando, eppure non prendendone il merito.
Il lavoro è compiuto, quindi dimenticato.
Quindi dura per sempre.


I primi otto versi sono di per sé esplicativi. Al mondo tutto ha un contrario e non solo è definibile in base al suo accordo/contrasto, ma l'ordine naturale si basa su una dualità che in realtà è unità. E' il concerto dei contrari che muove il mondo: yin e yang.
Essi non sono, come spesso frainteso in occidente, la rappresentazione di bene e male, ma di chiaro e oscuro, maschile e femminile, come riassunto dal noto diagramma del taijitu



Gli altri versi si riferiscono invece al concetto di wu-wei, grossolanamente tradotto come "non-azione". Certamente questo è il concetto che crea più fraintendimenti all'occidentale, così orientato all'azione e al controllo del mondo. Il wu-wei è un agire secondo natura, che segue il flusso della corrente, piuttosto che andare contro. Si può anche intendere come un monito di azione consapevole: se non sai come farlo, non farlo. 
Infine un accenno alla temporaneità dell'essere umano e delle sue opere. Il lavoro compiuto è dimenticato, che senso può avere il merito o il possesso di creature che sono transitorie? Se si agisce secondo natura, l'azione è eterna, perché si identifica con l'azione del Cosmo stesso.

lunedì 16 gennaio 2012

Tao Te Ching - I

Il Tao di cui si può parlare non è l'eterno Tao.
Il nome che può essere nominato non è l'eterno nome.
Senza nome è l'inizio di cielo e Terra
Con nome è la madre di tutte creature.
Senza desiderio, uno può vedere il mistero.
Con desiderio, uno vede i limiti.
Questi due hanno origine simile, ma nomi differenti.
Insieme si dicono il profondo del profondo
la porta di tutti i misteri.

Il Tao è imponderabile. Ciò nonostante Laozi sta per dedicargli ottantuno capitoli. La parola umana, che non può descrivere il vero Tao, è tutto ciò che abbiamo per poterlo nominare. Che cos'è il Tao? Letteralmente deriva dal radicale "andare" e significa la via, il cammino, ma anche la guida, il dire. In inglese può essere tradotto con Way che non significa solo Via ma anche Modo. Un altro classico posteriore del taoismo, il Wenzi, si esprime a proposito:
C’è qualcosa, un indifferenziato tutto, che nacque prima di cielo e terra. Ha solo immagini astratte, non forma concreta. E’ profondo, oscuro, silenzioso, indefinito; non udiamo la sua voce. Dandogli nome, lo chiamo la Via. [...]La Via naturale costante dà alla luce gli esseri, ma non li possiede; genera evoluzione ma non la governa. Tutti gli esseri nascono dipendendo da essa, eppure nessuno sa di ringraziarla, tutti muoiono per causa sua, eppure nessuno può risentirsene.
(Wenzi, 1)
Nello Zuangzi si dice invece:
Che cos'è dunque il Tao? C'è il Tao del cielo, c'è il Tao dell'uomo. Non agire, ma imporsi a tutti, ecco il Tao del cielo; agir ma essere legato dalle proprie azioni, ecco il Tao dell'uomo. Il principe si identifica con il Tao del cielo, i sudditi con il Tao dell'uomo. La differenza è grande. Non si può che tenerne conto.(Zhuangzi, 11)
Allo stesso modo, i nomi usati dagli uomini, non sono il nome originale: 
stat Roma pristina nomine, nomina nuda tenemus 
l'antica Roma esiste solo nel nome, noi possediamo soltanto nudi nomi
(Bernardo Cluniacense)
L'essere umano deve nominare le cose per poterle rendere reali, ma così facendo non ne coglie necessariamente la vera essenza. Per questo Cielo e Terra (il dualismo su cui si regge il cosmo cinese) sono senza nome. Il nome invece genera tutte le creature. In altri termini, il cosmo esiste di per sé, ma l'universo umano è subordinato necessariamente non solo alla sua esistenza, ma anche alla sua coscienza. Ossia Cogito ergo sum
Tale realtà così percepita attraverso il desiderio (passione, intenzione, volontà) è limitata. Solo superando il desiderio si può cogliere l'essenza misteriosa della realtà:
Una ferma conoscenza dei desideri fa ricondurre ogni scelta o rifiuto al benessere del corpo e alla perfetta serenità dell'animo, perché questo è il compito della vita felice, a questo noi indirizziamo ogni nostra azione, al fine di allontanarci dalla sofferenza e dall'ansia.Una volta raggiunto questo stato ogni bufera interna cessa, perché il nostro organismo vitale non è più bisognoso di alcuna cosa, altro non deve cercare per il bene dell'animo e del corpo. Infatti proviamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso. Quando invece non soffriamo non ne abbiamo bisogno.
(Epicuro, Lettera a Meneceo)
Desiderio e assenza di desiderio hanno medesima origine (concorde), non ha senso quindi mortificare il proprio corpo e la propria mente in una ricerca sterile di ascetismo. Il Tao è "la via dell'acqua che scorre" (A. W. Watts) e come l'acqua esso è adattabile:
E’ così inafferrabile e indefinibile che non può essere immaginata e sebbene sia inafferrabile e indefinibile, la sua funzione non è limitata. Profonda e misteriosa, risponde all’evoluzione senza forma; con successo ed efficacia, non agisce invano. Ruota su e giù con fermezza e flessibilità; si contrae ed espande con tenebra e luce.
(Wenzi, 1)
L'accettazione è la vera essenza del Tao.
(Hua Hu Ching, 3)